«Basta fughe in avanti e richieste….

«Basta fughe in avanti e richieste: ora è il momento di essere responsabili e portare a casa la riforma perché ce lo chiede l’Europa», esorta Giovanni Toti, governatore della Liguria e co-fondatore di Coraggio Italia che, due giorni fa, con il suo appoggio ha garantito di spuntarla in commissione contro gli ex amici di Forza Italia. Ma d’altronde il governatore ligure aveva assicurato che avrebbe mantenuto la linea voluta da palazzo Chigi. Non perché gli emendamenti non meritassero attenzione «ma perché è giusto non ritardare neppure di un attimo l’approvazione della riforma così come chiede il governo», aggiunge Toti.

Allora si riuscirà a portare a casa la riforma Cartabia prima della pausa estiva? «Dobbiamo perché abbiamo preso un impegno con l’Europa che lega l’erogazione dei fondi a una serie di riforme. Prima fra tutte quella della Giustizia. E il ragionamento che facciamo noi non è nell’allargamento dei confini della riforma ma attenersi semplicemente alla richiesta del governo a cui stiamo dando un contributo». Eppure tra i rilanci di Conte ed M5s e i mal di pancia di Lega e Forza Italia, è una via crucis. «I partiti dovrebbero smetterla d tirare da una parte e dall’altra perché così si rischia di far saltare tutto. Chiariamoci anche noi potremmo metterci a discutere su alcuni punti da limare perché non ci piacciono molto ma abbiamo deciso di aderire alla filosofia del governo che “il meglio è nemico del LE RIFORME DA FARE SONO TANTE. BISOGNA CORRERE PER AVERE I FINANZIAMENTI NON E TEMPO DEI SOTTIL DIBATTITI bene”». Ma non tutti ragionano così. «Ogni singola riforma è frutto di una faticosa mediazione ma tutto deve essere fatto in termini brevi. Pertanto ognuno deve saper rinunciare a qualcosa altrimenti potremmo discutere all’infinito senza mai portare nulla a casa. E il premier Draghi in questo momento è la persona che riesce a mediare mettendo assieme le singole sensibilità di tutti con le necessità del Paese». Come giudica il blitz che hanno tentato i suoi ex colleghi di partito di Forza Italia in commissione per aiutare Berlusconi? «Non so se quello era un salva-Silvio o meno e se erano tecnicamente emendamenti in suo favore. So però che tutti i processi che sta subendo ed ha subìto Berlusconi sono surreali e ingiusti e non trovano traccia nella storia moderna europea. Ma vale quello che ho detto prima: non è tempo per emendamenti. E se qualcuno poteva essere condivisibile, e mi riferisco anche a quello relativo ai pubblici ufficiali, ora è solo il momento di tirare dritto e il presidente Draghi deve portare la riforma a casa». Ce la farà? «Mi sembra molto determinato». Anche grazie a lei. «Siamo stati determinanti, come avevamo già chiarito con palazzo Chigi il capogruppo Marin prima di entrare in commissione. E, aggiungo, se tutti i partiti fossero responsabili come noi, avremmo già la riforma in tasca». Crede che i suoi colleghi di maggioranza non siano abbastanza responsabili? «Le riforme da fare sono molte e l’impegno che Draghi ha preso con l’Europa farebbero tremare le vene ai polsi a chiunque. Bisogna correre per avere i finanziamenti e lavorare per i progetti esecutivi. Francamente non è il momento dei sottil dibattiti in cui ogni partito deve sottolineare i propri desiderata: bisogna dare invece tutto il supporto parlamentare possibile». Anche i grillini si sono messi di traverso. «Quello che abbiamo fatto per gli emendamenti Fi, lo faremo analogamente anche con quelli grillini. Anche noi potevamo presentare emendamenti ma abbiamo condiviso l’allarme di palazzo Chigi per le riforme». Che tipo di emendamenti avreste presentato? «Su semplificazioni, codice appalti mi piacerebbe vedere accolte alcune istanze ma se non c’è questa possibilità pazienza, andremo avanti lo stesso». A suo avviso Forza Italia si metterà di nuovo di traverso? «Serve affidare il futuro a Draghi che è il capitano di questa squadra: meglio evitare in questo momento storico le turbative tipiche della politica. Anche perché poi si tornerà in campagna elettorale e ognuno dirà la sua. Io per primo. Ma ora è il momento della generosità».

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