
L’Italia ha bisogno di riforme strutturali, dalla sburocratizzazione alla revisione del sistema giudiziario, senza trascurare gli investimenti in infrastrutture, anche digitali. Modernizzare un paese non vuol dire solo renderlo solo più tecnologico, soprattutto se si va nella direzione di limitare l’accesso a servizi e al mondo del lavoro attraverso le sole reti digitali; con tutto ciò che il digital divide comporta. I tanti studenti esclusi dalla didattica a distanza impone hanno messo in evidenza il divario infrastrutturale rendendo la rete internet adatte al servizio universale. Le disuguaglianze emerse durante l’emergenza hanno messo in luce la frattura tra lavoratori garantiti con pesanti conseguenze su giovani e donne. In qualità di opposizione critica ma seria siamo disposti a collaborare ad un radicale processo di riforma ma solo se gli obiettivi saranno chiari e la volontà di condivisione reale.